Les Perbenistes ( Elisabetta Rota )

Il gioco "sporco" di Eleonora Chiesa

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Eleonora Chiesa si riconferma artista globale e complessa con questo progetto che allinea, come sempre, un elaborato e completo apparato multimediale ad una fisicità sofferta ed espressiva, due aspetti che si rafforzano a vicenda, sottolineando una verve creativa personalissima e attuale che unisce inscindibilmente razionalità e passione, lucida pianificazione e casualità interattiva, mente e corpo in toto. Eleonora lavora essenzialmente con il proprio corpo, facendone il soggetto e il motore principale di ogni sua opera, coerentissima e cosciente erede di una lunga tradizione di body-artists, in particolare al femminile, ma soprattutto coniuga la spontaneità insita nell’azione con un paziente e minuzioso lavoro di pianificazione, allestimento, scenografia e ricerca di adeguati supporti tecnologici, che fa di ogni suo lavoro un gradino e un tassello verso la mitizzata opera d’arte totale.

Con “Les Perbenistes” l’artista presenta un altro momento della sua ricerca più recente, incentrata sulle tematiche del gioco e sulle complicate e ambigue dinamiche psicologiche e interattive che scatena in partecipanti e spettatori, un discorso problematico e coinvolgente che, accantonando gli aspetti più palesemente ludici, pone l’accento soprattutto sulla competitività e sulle sue molteplici contraddizioni: in questo caso il gioco poi appare decisamente sporco, totalmente sbilanciato a favore dell’autrice, complice la sorpresa e la smarrimento del pubblico, il disagio fisico prodotto dal fondo melmoso e, last but non least, l’allestimento scenico che rimanda a ritualità di potere e sottomissione. Il richiamo a fasti e privilegi passati, oltre a connotare ambiguamente e in modo quasi onirico la performance, produce sicuramente un forte effetto spiazzante, quasi un’intimidazione nei confronti del fruitore che può facilmente sentirsi fuori posto in questa partita a scacchi truccata, dove le gerarchie paiono essere prefissate e immutabili e la stessa scelta del gioco, cerebrale ed elitario (almeno a livello simbolico), può provocare rifiuto e malessere in tanti che si sentiranno perdenti in partenza. Una bella e palese metafora di tanti aspetti relazionali e quotidiani della nostra società che ci vedono vittime di giochi di potere e convenzioni, ma, a ben vedere, una metafora molto più complessa e ambivalente di quel che possa apparire, perché le rigide gabbie di questa struttura sociale e le schematiche e geometriche caselle della sua manicheistica scacchiera non imprigionano solamente i miseri sfidanti, ma avviluppano tutti i protagonisti del gioco e “Les Perbenistes” da carnefici diventano vittime, prigionieri anche loro di mosse prefissate, soffocanti come le stecche di un corsetto settecentesco, sprofondati tutti nello stesso fango.
Gettare all’aria la scacchiera è l’unica salvezza possibile…..

( Elisabetta Rota )
Settembre 2004

Testo critico introduttivo per la performance Les Perbenistes