Eleonora Chiesa, Ipotesi di Percorso.
A partire dagli anni '80 l'arte è caratterizzata da una serie di emergenze, da ipotesi di ricerca che rispecchiano l'assimilazione delle metamorfosi e delle contraddizioni del tempo, traslate nell'opera in modo propositivo.
Molto spesso i territori dell'indagine interagiscono, dando vita a complessi sconfinamenti semantici, che ricostituiscono processualmente l'unità del lavoro. Eleonora Chiesa si muove sulla base di queste premesse, animata da una volontà di sperimentazione che si rivela sia nella pratica dei materiali sia nella dilatazione a ventaglio dei media utilizzati. Il lavoro¨ radicato profondamente all'interno della problematica sociale: in questo senso , come lei stessa afferma, l'artista assume la funzione di testimone del suo tempo, e l'opera diventa un documento, capace di captare segnali dal vissuto e di comunicarli. Chiesa particolarmente attenta alle dissonanze e alle ambiguità che segnano la struttura esistenziale. L'inumana industria della coscienza ha pianificato la realtà, e la vita, quella autentica, ne soffre; per usare parole di Hans Magnus Enzensberger, siamo consumatori consumati, strumenti, spesso inconsapevoli, del potere e subiamo lo straniamento e la perdita.
Il video e la fotografia sono l'occhio vigile teso a cogliere elementi immediati e a fissarli in modo che si consolidino come frammenti della nostra storia, il cui ordito spesso segnato da dicotomie. Entrambi i media si riadeguano costantemente al vissuto, preferendo alla registrazione, la revisione, alla cronaca la deviazione e lo scarto. Jean Baudrillard sostiene che la contemplazione oggi è diventata impossibile. La percezione si ferma a immagini frammentate in sequenze improvvise e imprevedibili, in stimoli che agiscono in maniera surrettizia.
Il video di Chiesa sul G8 tocca un argomento scottante del nostro recentissimo vissuto sociale: i fotogrammi, ripetuti in modo i ossessionante, con l'obiettivo in primo piano, quasi a voler perforare la realtà hanno una notevole vis drammatica. Allo stesso modo i lucidi sospesi al soffitto, sembrano costringere l'occhio ad inseguire i particolari di una storia che non si completa mai. ( Tiziana Conti 2002 )
|