INTERNAL GROOVE Project W008/2003
Performance - Live mixed media

Myself/social fragment/everyday present/rhythm/memory/collective inner pathology > TRACES

Sound design Kata, 
live video mixingFeat. Softly.Kicking Vj
Action during  Interni Italiani group show curated by Istituto Italiano di Cultura, at Kunsthause Tacheles Berlino

An individual, fragment of society, is enclosed inside hermself, among her relational and unconscious memories. She is tied and hold to be analyzed, she provides lymph to the present. A reflecting surfaces box prevents the subject  to see outside, neither to have traditional references outside herself. “Bio-internal-present”, partially fixed on a trace, beaten by impulses, is conditionated outside, only by sound. Images, far and  very close to relative existence of everyone; a collection of fast moments of memory one upon other on screen as past does often with present.

It.
L‘ individuo, frammento della società è rinchiuso dentro se stesso, fra i suoi ricordi razionali ed inconsci. Legato, costretto ad essere analizzato fornisce linfa al presente .Un box di superfici riflettenti non consente di vedere all’esterno, né di avere riferimenti tradizionali al di fuori di sé.  Il “bio presente interno” fissato in parte su di un tracciato di frequenze elettromagnetiche è condizionato esternamente soltanto dal RITMO . Immagini lontane e vicinissime del vissuto relativo di ognuno di noi ; una collezione di veloci tasselli di memoria, che si sovrappongono sullo schermo come il passato spesso fa con il presente” 

                                                                                                                                                              (Eleonora Chiesa)


About action 

Light suddenly decreases power, meanwhile a figure, tied and with a strange cap, appears through the slight trasparency of a box placed in the middle of a room. Electric music starts to beat rhythm while the imprisoned person tries to move. Strange cables go out the box and run to a machine carefully controlled by a physician. On the wall, in front, immages appear, fixed and moving as fragments of everyday life. Others, concerning the subject in the box and refracted from reflexing internal, add to traces of electroencephalogramm  sensibly changing while the time slowly passes.
Everything look casual but, actually, the choise of sequences is operated by a VJ, deus ex machina, choosing autonomously the arrangment. Air becomes always lighter, thoughts heavier; astonished by immages projected and almost hypnotized  by music accompaning, every controll on through vanishes. Surface ad deep experience of the artist involves so strongly the observers, being able to let them free by any conditioning. “I” and “Es” of performer are free, melting as well as observers are emotionally melting with the action arround. 

Different forces spread all around involving people since their  sensible energy is united to form an only pulsing body.
Life fragments passed not more as presence in the world, but instead as freedom of deep inner being, invade the place bringing back everyone to an almost ancestral condition. At this time, physical discomfort  and placebo effect  of a sterile and unreal metaphysic, are passed and the observers transform themselves in cyborg able to active their physic  and mental resourses, not more helped by shifty machine  presented by the power, but recovering their own deep inner being. Light comes back to illuminate the room, bringing back people to everyday life, while the figure inside the box find her immobility.

                                                                                                                                                            (Fabrizio Boggiano)


Photo of performance 

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Frames from video of perfomance

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Abstract from Italian press release

.. In un camice ospedaliero, le mani legate e rinchiusa in un box di superfici riflettenti tali da precluderle il contatto e la visione con l'esterno, con in testa un curioso copricapo, si agita come in preda a strane e convulsive visioni, mentre degli elettrodi collocati sulla regione occipitale permettono ad un tecnico di monitorarle con attenzione l'elettro-encefalogramma. Tutto intorno si stende un tappeto sonoro ritmico ed ossessivo, mentre un VJ [softly.kicking] mixa immagini della persona rinchiusa ed altre che paiono frammenti di quotidianità·, ponendosi come arbitro ed ordinatore dell'evento.·L'artista riesce, coinvolgendo il fruitore in una proposta autenticamente multimediale, a saziarne l'ormai stanca aspettativa estetica, di cui rimarca l'etimologia originaria di "scienza delle cognizioni sensitive". Inoltre compie una mirabile sintesi di quelli che sono, al di là··delle risposte fornite, variabili quanto a soluzioni formali, le tematiche principali del dibattito artistico contemporaneo.

Il rapporto tra l'uomo e l'universo artificiale che lo circonda e ne pervade l'esistenza, riducendolo a semplice, forse inutile pedina di un mondo globalizzato e spersonalizzato, fronteggiato solo dall'irriducibilità··della memoria, desiderosa di aprire una finestra di dialogo con il mondo per la capacità di dare vita e rappresentazione al proprio vissuto simbolico, alla volontà··pervicace di costruire narrazioni, concretizzato con l'accortezza di usare la tecnologia, la realtà··virtuale, come protesi in grado di accrescere la potenzialità sensoriale, come strumento di una guerriglia semiologica in cui non si corre il rischio di farsi fagocitare, anche inconsapevolmente, da quanto è sito al di fuori del nostro io. Ma anche altri sono i temi evocati in questo caso, dall'artista: la coercizione esercitata sul singolo nell'apparentemente insospettabile società··occidentale, non più nell'evidenza teatralmente esemplare di un tempo, quella narrata in "Sorvegliare e punire" di Michel Foucault, ma con modalità "soffici" e non meno invasive, soprattutto con l'ausilio delle sempre più sofisticate apparecchiature tecnologiche, in grado di "monitorare" ogni momento delle nostre giornate, così come l'efficacia delle nuove bio-medicine nello scandagliare l'organismo alla ricerca di soluzioni ai mali che lo attanagliano, perdendo però di vista il paziente come individuo e, quindi, come corpo, e lasciandolo in balia del proprio "mal dell'anima". Tutti questi spunti, fonte di inesauribile dibattito, vengono da Eleonora Chiesa confezionati sotto forma di spettacolo "globale" secondo l'assunto che fu caro alle avanguardie storiche."

( Edoardo Di Mauro )